La pallanuoto in Italia, così come la maggior parte degli sport, ha portato tante soddisfazioni ai tifosi. Così tanto fino al punto che a livello maschile la Nazionale è la squadra con più titoli mondiali con quattro campionati, l’ultimo nel 2019. A livello femminile è seconda solo dietro alle statunitensi, con due e sei titoli rispettivamente. Quindi si può dire che l’Italia è un massimo esponente mondiale di questo sport. Però, è un peccato che nonostante le grandi prestazioni, questo non si trovi mai neanche nominato nella classifica di sport più seguiti in Italia. Ne a livello di popolarità ne a livello di sport più praticati. Sarebbe quindi intrigante e importante aumentare l’interesse per questo sport. Se sei curioso di come si possa fare o come funziona la popolarità negli sport puoi farlo con il nostro Master in Giornalismo Sportivo.
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Cos’è la pallanuoto
La pallanuoto è uno sport di squadra acquatico. Si deve giocare senza mai toccare il fondo e rimanendo sempre a galla. Lo scopo principale è quello di introdurre la palla nella porta avversaria il maggior numero di volte possibile. Come se fosse calcio o, ancora con più similitudini, pallamano ma in acqua. Ogni squadra è composta da 7 giocatori in campo che possono giocare in qualsiasi posizione (tranne il portiere), cambiando queste posizioni tutte le volte che sia necessario. Si possono effettuare un numero illimitato di sostituzioni, anche senza fermare il gioco. Le squadre sono composte da 14 giocatori tra titolari e sostituti. In campo si differenziano grazie al colore delle cuffie, dette anche calotte o calottine, le quali sono diverse per ogni club.
Storia della pallanuoto
La pallanuoto è emersa alla fine del XIX secolo in Inghilterra e Scozia, anche se all’inizio era chiamato Acquatic Hand-ball (pallamano acquatica). Le prime partite si tennero tra i detenuti nelle acque del mare e dei fiumi dove erano inviati a lavarsi. Nel tempo iniziò a diffondersi in mostre, sagre e fiere. Però aveva una differenza fondamentale dallo sport che conosciamo ad oggi: non vi erano le porte e il pallone doveva essere posizionato o portato fino ad un punto specifico della fine del campo avversario. Non fu fino al 1887 che William Wilson creò il primo regolamento scritto nella storia della pallanuoto e inserí il cambio fondamentale che ha reso la pallamano lo sport che è ora, cioè le porte. Nel 1888 si giocò il primo campionato ufficiale e nel 1890 si svolse il primo incontro tra due nazionali: Scozia e Inghilterra finita 4-0.
La pallanuoto si diffuse enormemente in tutta l’Europa tra il 1890 e il 1900 e vennero organizzati tornei in Germania, Austria, Francia, Belgio, Ungheria e Italia seguendo le regole sviluppate in Inghilterra. Già nel 1900 entrò a far parte dei Giochi Olimpici. Nel 1929 fu costituito un comitato per creare regole internazionali e infine nel 1930 nacque la FINA (Federazione Internazionale di Nuoto). Il resto è storia, anche se da allora la pallanuoto ha continuato ad evolversi e sono state modificate tante regole che ci hanno portato allo sport che conosciamo ora.
Regolamento
Sebbene la pallanuoto sembra uno sport semplice da giocare, di fatto è una delle discipline in cui ci sono delle regole più diverse e a volte anche complicate. A partire dalla struttura del campo di gioco o piscina (ma non sempre), passando dalle sostituzioni fino ad arrivare alle infrazioni di gioco. Ma bando alle ciance, andiamo ad approfondire ogni aspetto fondamentale.
Campo di gioco
Il campo di gioco della pallanuoto, ovviamente, è sempre ed esclusivamente uno specchio d’acqua. Nella stragrande maggioranza delle volte è una piscina, ma si può anche giocare nel mare nelle acque meno mosse. Basta che il campo abbia le seguenti caratteristiche:
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- Nella categoria maschile deve essere lungo 33 metri per 20 di larghezza e nella categoria femminile deve essere 25×17 metri.
- Deve esserci una profondità minima di 3,20 metri
- Nei laterali della piscina devono essere visibili chiaramente delle limitazioni con delle linee:
- una rossa a 2m dalla linea dalla porta che indica l’aerea del portiere e in cui i giocatori non portieri non possono entrare in possesso del pallone, ma si toccarlo.
- una gialla tra i 2m e i 6m che indica la zona attaccante o l’area di rigore.
- una verde tra ogni linea gialla in ogni parte del campo.
- un segnale rosso a 4m che indica il tiro di rigore.
- Negli angoli occorre una zona di 2×1 metri che indica la zona di sostituzioni volanti, cioè, un giocatore in attesa di entrare si posiziona in questa zona e anche a partita in corso può essere sostituito per un altro.
Porte, pallone e abbigliamento
Le porte funzionano esattamente come nel calcio ma hanno dimensioni diverse. Devono essere di tre metri di larghezza per novanta centimetri di altezza. Invece, il pallone pesa circa 400/500 grammi ed è praticamente come uno di pallavolo, ma completamente in gomma e con la superficie rugosa per avere una presa migliore. La circonferenza per le competizioni femminili è compresa tra i 65 y 67 cm di diametro e in quelle maschili tra i 68 e 71 cm.
L’abbigliamento anche se poco deve essere seguite alla norma. Come detto in precedenza gli atleti utilizzano le calotte. Sono delle cuffie specifiche per la pallanuoto che non solo si utilizzano per differenziare i giocatori ma che hanno anche delle protezione per le orecchie per minimizzare i rischi negli urti. Inoltre, tutti devono usare un costume da bagno simile a quelli utilizzati negli altri sport acquatici. Alcuni pallanuotisti utilizzano anche dei paradenti.
Arbitri, tempo e sprint
Per quanto riguarda gli arbitri possono esserci tra i 4 e i 3 arbitri nelle seguente combinazioni: due arbitri e due giudici di porta, due arbitri senza giudici di porta oppure un arbitro e due giudici di porta. Oltre ai citati direttori di gara devono essere presenti i cronometristi e segretari (giudici di gara).
Il tempo di gioco di una partita di pallanuoto è di un totale di 32 minuti suddivisi in quattro periodi di 8 minuti di tempo effettivo. Cioè che si ferma il tempo dopo ogni gol, timeout o fallo. Ogni squadra può essere in possesso della palla per un massimo di 30 secondi per azione e, inoltre, ha a disposizione due timeout per partita. Se alla fine dei quattro periodi si è ancora a parità e la competizione non permette un pareggio, si va direttamente con i tiri di rigore.
Lo sprint è l’equivalente al calcio d’inizio o alla battuta negli altri sport, ma funziona in modo diverso. All’inizio della partita si posiziona il pallone esattamente nella metà campo e le squadre si posizionano toccando la linea di fondo del proprio campo. Successivamente, il nuotatore più veloce di ogni squadra parte al fischio dell’arbitro e il primo a raggiungere il pallone rimane con il primo possesso della partita.
Falli semplici
La pallanuoto differenza i falli in due tipologie: falli semplici e falli gravi. I falli semplici sono quelli che non includono sanzioni oltre ad una punizione a favore degli avversari. Tra questi falli semplici possiamo trovare:
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- Ostacolare o impedire in qualche modo la libera circolazione di un avversario che non detiene il possesso della palla.
- Toccare il pallone con entrambe le mani contemporaneamente o respingerlo con il pugno chiuso (portieri esclusi in entrambi i casi).
- Nello sprint, partire prima del fischio dell’arbitro.
- Spruzzare acqua in faccia all’avversario.
- Che il portiere oltrepassi la metà campo.
- Che una squadra mantenga il possesso palla per più di 30 secondi senza tirare nella porta avversaria.
- Mettere completamente il pallone sott’acqua (detto in gergo palla sotto).
Falli gravi, superiorità e rigori
I falli gravi, oltre alla perdita del possesso palla o una punizione a favore dell’avversario comportano altri tipi di sanzioni. La più comune è l’espulsione, che in questo sport durano solamente 20 secondi. Ogni giocatore può essere espulso solamente tre volte durante la partita, dopodiché non potrà più rientrare al campo. Durante questi 20 seconda la squadra in attacco è in posizione di superiorità, cioè si ritrova ad attaccare con un uomo in più, in casi rari anche in due. Questi momenti sono dove le squadre sfruttano di più le giocate e nelle quali si trovano la maggior parte dei gol.
Oltre a questi falli da espulsione, esiste l’espulsione diretta in caso di gioco violento e brutalità. Cioè, se un giocatore calcia, tira un pugno o realizza qualsiasi azione grave simile ai danni dell’avversario. In questo caso il giocatore che realizza il fallo non può più giocare e la squadra deve rimanere con un giocatore in meno durante quattro minuti di gioco e, inoltre, riceve un tiro di rigore in contro. I rigori si possono guadagnare anche ricevendo un fallo dentro la linea gialla dei 6 metri.
Speriamo che il blog sia stato utile per scoprire un po’ di più sulla storia e su come funziona questo sport che sicuramente merita molta più popolarità di quella che la tifoseria e i social le danno. Non solo perché a livello internazionale in Italia è dove nascono più talenti e migliori squadre ma anche perche si tratta di uno sport completo e che aiuta in tantissimi altri aspetti fisici e psicologici.